La filigrana è un prodotto d'oreficeria
d'alto artigianato, ottenuto mediante la lavorazione dell'oro e dell'argento
in filamenti sottilissimi, successivamente accostati tra di loro, intrecciati
e ritorti in modo da formare vari motivi decorativi, applicati poi su lamine
o sorretti da fili di metallo più forti. La lavorazione della filigrana ha origine antichissima, sicuramente asiatica ( Mesopotamia ), in seguito introdotta in Occidente, inizialmente presso i Fenici, quindi presso i Greci ed Etruschi; di queste ultime due civiltà si è ritrovata una produzione di altissima qualità databile tra il IV e il III sec. a.C. Durante l'Impero Romano la filigrana fu poco usata, ma ritornò in auge presso i bizantini, che la abbinarono alla lavorazione di pietre preziose. Per le sue caratteristiche di decorazione a carattere afigurativo, la filigrana ebbe grande utilizzazione presso gli Arabi, che la introdussero anche in Spagna durante i regni moreschi. La produzione occidentale conobbe un altro periodo di splendore durante il Rinascimento; tuttora la lavorazione è caratteristica dei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Nell'industria cartaria costituiscono la filigrana quei particolari disegni o lettere che spesso si notano nella carta osservata controluce. La filigrana viene ottenuta mediante fili di rame inseriti nella pasta. Il suo uso risale alla seconda metà del XIII sec. ( nel Fabrianese ); attualmente è usata nei valori bollati e nella cartamoneta allo scopo di impedirne la contraffazione. |